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| Prima che potesse diere niente, Lullaby fu stretta al braccio della ragazza e, l'attimo dopo, volavano sopra i quartieri di Londra grazie ad un ombrello. La situazione avrebbe sconvolto chiunque, o perlomeno stupito, ma la piccola orientale non rimase troppo incredula: lei era un mezzo demone, in fondo, e di cose strambe ne aveva viste parecchie durante la sua vita. Quello che la meravigliava era di aver a che fare con un'altra creatura non proprio umana: e in effetti, quel colore di capelli, quella luce della sua pelle chiarissima, quello sguardo così intenso dovevano far capire qualcosa su chi fosse la ragazza che l'aveva appena soccorsa. Una volta atterrate, Lullaby, con un gesto aggraziato si sistemò il kimono e sorrise alla sua "salvatrice". "In effetti, mi sembra strano ritrovare un altro demone qua per Londra..." mormorò col suo solito tono di voce, pacato e dolce, soffice. Sorrise, poi piegò lievemente la testa di lato facendo scivolare sulla spalla sinistra i lunghi capelli azzurri. "O forse non sei un demone?" Diede un'occhiata alla sua figura, sempre in modo gentile ed educato, e si soffermò sul suo ombrello particolare che le aveva aiutate a sfuggire da quei porci di Fleet Street. Fece un breve inchino imbarazzato, prima di aggiungere piano "Comunque, il mio nome è Lullaby. Lullaby Duchàmpe."
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